Si chiama “Etoile” ed è prodotto dall’azienda agricola La Rocchetta di Villongo (BG), lo spumante più esclusivo d’Italia.
Lavorato con metodo classico, lo spumante acquista una particolare luce grazie alla polvere d’oro che fluttua al suo interno: cento milligrammi di oro finissimo a 24 carati. Non si tratta solo di un eccesso di lusso: L’Etoile è prodotto con una cuvée di uve selezionate di alta qualità Chardonnay e Pinot Bianco, e viene lasciato affinare per un minimo di 48 mesi sui lieviti in bottiglia, alla fine dei quali segue un remuage esclusivamente manuale. È grazie a questo trattamento attento che lo spumante acquisisce un profumo delicato con sentori di brioche, gusto raffinato e persistente e un colore dorato esaltato dal più desiderato dei metalli.
Uno spumante premium per clienti esclusivi
I filamenti dorati non sono solo un vezzo estetico, perché il prezioso metallo avrebbe anche virtù terapeutiche. L’utilizzo dell’oro in ambito culinario è regolato da una direttiva UE del 1994. Il metallo viene macinato in una polvere finissima e trattato in modo da renderlo assimilabile anche a livello alimentare.
“Il prodotto” afferma Alberto Faverzani, responsabile commerciale dell’azienda, “è nato quattro anni fa ed è pensato per il mercato estero, russo in particolare, e cinese come obiettivo futuro, ma recentemente sta riscuotendo molto successo anche in Italia e stiamo trovando gradimento anche negli Stati Uniti. Ne produciamo circa 5000 bottiglie all’anno. Si tratta, quindi, indubbiamente, di un vino esclusivo, pensato per un pubblico esigente”.
Nel 2015, lo spumante Etoile è stato uno dei gioielli in mostra al Padiglione della Coldiretti, a Expo, nella rassegna dedicata alla top ten dei prodotti alimentari del lusso.
Prezioso e innocuo
Da Coldiretti ci tengono a far sapere che l’oro alimentare è innocuo: “Non altera il sapore dei cibi cui viene miscelato, non ha alcuna controindicazione e, anzi, ha addirittura proprietà curative”. Anche le Istituzioni italiane ed europee riconoscono virtù terapeutiche e antiossidanti all’oro alimentare e per questo ne consentono l’uso nella produzione di alimenti. Nell’antico Egitto veniva considerato un “cibo” sacro che avvicinava alla divinità. Lo utilizzavano anche gli indiani d’America che gli attribuivano proprietà farmacologiche, taumaturgiche e scaramantiche. Gli sciamani lo usavano nei riti magici conferendogli poteri soprannaturali. Per stare ai giorni nostri, lo stesso Gualtiero Marchesi utilizza il prezioso metallo per decorare uno dei sui piatti più famosi, quel riso oro e zafferano che molti dicono sia un toccasana per i dolori reumatici.
Con le festività alle porte, non resta allora che brindare all’anno nuovo con un capolavoro dell’arte vinicola italiana.
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