La casa è storica: correva l’anno 1929 quando la bisnonna Vincenza, detta Centina, iniziò ad affaccendarsi sul bancone di quello che aveva tutta l’aria di un bar, con il biliardo per ammazzare il tempo e i tavolini dove sbicchierare, ma in realtà era piuttosto un “ostu”, come da queste parti vengono chiamate le osterie dove si ammanniscono tipicità della zona quali agnolotti e brasato. Nel frattempo il marito Alessandro poco lontano vendeva i suoi prodotti: vino, vitelli e cereali che finivano ovviamente anche in tavola.
Fu però necessario il passaggio di consegne a nonna Gemma, nuora di Cettina, per assistere alla trasformazione in ristorante, dopo qualche anno di routine dedicato alla trasmissione dei rudimenti del mestiere. Erano gli anni ’50 e anche per le strade di Tigliole cominciavano a rombare i motori del miracolo economico. Facoltosi clienti provenienti dalla vicina Asti facevano tappa in via Roma per sedersi nel nuovo locale, ampliato agli spazi della vicina macelleria, e gustare una cucina curiosa e inquieta. Perché Gemma era sì autodidatta, ma amava leggere e viaggiare, anche nella vicina Francia. Cosicché in carta aveva introdotto ricette originali e di gran successo, quali il girello di vitella cotto nel sale con robiola di Roccaverano, melagrana ed erbe aromatiche o i tajarin al ragù di anatra, tuttora presenti in carta al pari del risotto alla coda di bue della suocera Vincenza, per un effetto flash back.
La fama giunse all’orecchio della Rossa, che nel 1966 propose alla cuoca una stella Michelin, rifiutata per il timore di cambiare e assegnata d’ufficio l’anno successivo. Ed è direttamente dalle mani di Gemma che la cucina cinque anni fa è passata al nipote Massimiliano Musso, figlio di Alessandra, la quale ha preferito dedicarsi all’hotel ricavato nel frattempo dall’adiacente casa dei mezzadri.
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Atmosfere d’oltralpe
Oggi Ca’ Vittoria è una bellissima struttura dall’atmosfera un po’ francese, ornata di fiori che si specchiano nella piscina. E la cucina è tornata ai fasti di un tempo grazie alla passione dello chef, autodidatta totale, salvo passaggi da Morandin per il pane e i lievitati e soprattutto Enrico Crippa. È dovuta ai suoi insegnamenti la riconversione dell’orto, in uso da 20 anni, a semine particolari e tecniche di coltivazione naturali, fino all’autosufficienza completa.
Piatti locali, belli e leggeri
Il risultato è una cucina territoriale, elegante e leggera, tanto curata negli impiattati quanto carezzevole in bocca. Vedi il coniglio e note vegetali, con la carota dell’orto assurta a protagonista, o le lumache di Cherasco, in bilico fra i profumi di sempre, aglio e prezzemolo, e una zuppa thai. E ancora i bottoni di patata viola affumicata con blu del Moncenisio e un tripudio di verdure di stagione.
Con Massimiliano in sala c’è la bella moglie Valentina Celoria, che amministra una carta dei vini da 350 etichette, in gran parte piemontesi, con un ottimo affondo in verticale.
Ristorante Albergo Ca’ Vittoria
Via Roma 14 – 14016 Tigliole d’Asti (AT)
Tel. +39 0141 66 77 13
Mail: [email protected]
www.ristorantevittoria.it
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