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Sushi da tre stelle Michelin per soli nove coperti: il primato di Araki

l'esterno sushi reataurant The Araki

Tre stelle per un unico tavolo da nove coperti. Sembra fantascienza ma è tutto vero. Accade a Londra, dove Mitsuhiro Araki, uno dei più grandi Sushi Master del Giappone, ha da poco conseguito il riconoscimento più alto della storica Guida Michelin. Una stella per ogni tre coperti: probabilmente il primato mondiale dell’eccellenza se ne facciamo un discorso di proporzioni.

Il Sushi Master Mitsuhiro Araki

Un luogo mistico nel cuore della capitale europea

Il ristorante, The Araki, si trova nei pressi di Regent Street e, come detto, ha solo nove coperti. Il tavolo ‒ un bancone in pregiato legno di cipresso ‒ è messo davanti alla postazione dello chef che elabora ogni pietanza sotto gli occhi dei fortunati clienti.

Assolutamente vietato disturbare. Si mangia in religioso silenzio, per non svilire la sacralità del luogo e non disturbare il rituale con cui lo chef si dedica alla preparazione delle portate. Un vero e proprio cerimoniale che consente all’avventore di astrarsi dai problemi e dai rumori della metropoli che lo attende all’uscita e lo porta in un limbo in cui è d’obbligo crogiolare per un tempo (purtroppo) finito.

Coccolato da profumi esotici e immerso in un’atmosfera che rimanda a mondi lontani, il cliente comprende il valore di quelle sapienze ancestrali, si tace spontaneamente e attiva canali sensoriali di cui probabilmente non era ancora a conoscenza. Quando arriva al momento di gustare la pietanza, è preparato, in qualche modo, ad assaporarla nella maniera giusta, con riconoscenza e riverenza, come se la sua capacità percettiva fosse ormai potenziata dall’atmosfera in cui si è immerso, qualche minuto prima, varcando la soglia.

Nessuna possibilità di scelta. Il sushi è a discrezione dello chef

Il prezzo non è esattamente abbordabile. 300 sterline circa, bevande escluse, e senza possibilità di ordinare alla carta. Il menu dell’Araki, infatti, prevede un’unica scelta: una selezione (omakase) di sushi. Le materie prime sono fresche e selezionatissime. Gli ingredienti utilizzati comprendono il più delle volte tartufo e caviale.

A nostro parere, però, lo chef dà il meglio di sé quando prepara i suoi sushi Edomae a base di frutti di mare europei. I tagli di tonno, in particolare, sono eccezionali e anche il riso coltivato dal suocero in Giappone non è da meno.
Il personale è volutamente ridotto al minimo. La moglie dello chef e un assistente sono gli unici addetti alla clientela e si muovono nella sala con discrezione tipicamente nipponica.

Sfida vinta in soli tre anni

Tutte maestranze collaudate giacché il traguardo odierno non è che una conferma per Mitsuhiro Araki. Negli anni passati, lo chef aveva già ricevuto tre stelle Michelin per il ristorante omonimo che aveva a Tokyo ma evidentemente i risultati in patria non soddisfacevano del tutto le sue aspettative. Nel 2014, allora, armato di buone speranze e una sana dose di ambizione, Araki chiude un esercizio di successo per partire alla volta del Regno Unito. L’intento è quello di mettersi in gioco e confrontarsi con una realtà multietnica fra le più popolose e competitive al mondo.
Che dire, chef… operazione riuscita!

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